A quali elementi è opportuno prestare attenzione?
Abbiamo già parlato, in un nostro precedente articolo, di quanto sia purtroppo “inquinato” il mercato degli oli essenziali da prodotti di bassissima qualità spacciati come equivalenti a quelli naturali, unici quest’ultimi a poter essere utilizzati in aromaterapia.
Anche l’etichettatura può deviare l’acquirente meno attento e scrupoloso, soprattutto perché può essere stata pensata e realizzata appositamente per confondere.
Dobbiamo fare attenzione che sia accurata e precisa e soprattutto che riporti l’indicazione del chemotipo (se questa informazione manca il prodotto è da scartare immediatamente).
Prestare sempre attenzione che oltre al nome italiano sia riportata sempre la corrispondente dicitura botanica in latino. Ad esempio il “Lavandino” (Lavandula x hybrida) è spesso riportato in latino come (Lavandula angustifolia), che è invece il nome scientifico della “Lavanda” vera e propria, che costa di più e che ha qualità nettamente superiore rispetto al primo, che è una pianta ibrida di scarsa qualità. Ecco quindi come si profila una semplice contraffazione a cui ben pochi faranno purtroppo caso…
Se si è interessati agli oli essenziali bisognerebbe anche avere un minimo di conoscenza di base (o almeno provare ad informarsi su internet), in modo da evitare di acquistare oli dai nomi totalmente inventati, come ad esempio “Timo bianco” e “Timo rosso”, che nulla avranno dunque di naturale.